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Rivoluzione nel mondo della moda: nasce dai funghi l’alternativa alla pelle animale

Rivoluzione nel mondo della moda: nasce dai funghi l’alternativa alla pelle animale

La domanda di prodotti in pelle animale è sempre molto alta: nel 2018 il mercato valeva 48 miliardi di dollari (40 miliardi di euro) in tutto il mondo, dovuto in gran parte dalla crescente richiesta del mercato cinese e dai giovani (c.d. millennials) che amano acquistare di sneaker in pelle.

Questa crescita ha però portato a un conseguente aumento di critiche e preoccupazioni per l’inquinamento causato dalla lavorazione delle pelli, per la salute dei lavoratori nelle concerie, e per il trattamento degli animali stessi, accompagnato dalla difficoltà nel reperimento della materia prima, sia per quantità che per qualità. Se in occidente queste pelli provengono quasi esclusivamente da animali macellati per l’industria alimentare, lo stesso non può dirsi per il resto del mondo.

Sempre più aziende della moda hanno deciso di bandire l’utilizzo di pelli animali, cercando soluzioni alternative; è il caso di Chanel che dal 2018 non vende più capi e oggetti realizzati con pelle di serpente, coccodrillo, lucertola e altri animali esotici, per porre un freno anche al mercato illegale che si è sviluppato negli anni.

Una valida alternativa naturale e sostenibile alle pelli animali è stata trovata nel micelio, la parte vegetativa del fungo (le radici del fungo), che trova già oggi impiego nella creazione di plastiche naturali, come materiale da imballaggio, nella carne vegetale, nei tessuti per vestiti, nelle scarpe e borse, con grossi vantaggi per l’ambiente e anche in termini di costi.

Esistono anche diverse alternative alla pelle realizzata con i funghi, come la “pelle” sintetizzata in laboratorio, quella stampata in 3D, quella ricavata dagli scarti della lavorazione dell’ananas, o quella derivata dagli scarti dell’industria alimentare, come la pelle del pesce.

Già oggi sono attive aziende in grado di offrire una valida alternativa alle pelli animali grazie allo sviluppo della ricerca sul micelio.

Myco Works (www.mycoworks.com) è stata fondata nel 2013 dall’artista e scultore di San Francisco Philip Ross e dalla sua assistente Sophia Wang. Ross lavorava da anni il micelio per realizzare sedie, tavoli e altri oggetti e così ebbero insieme l’idea di sperimentarne l’uso anche nella moda. Nel loro laboratorio di Emeryville, in California, gli scarti dell’industria agricola vengono usati per alimentare il ganoderma, un fungo mangia legno, e per farne crescere il micelio. In natura il micelio sviluppa il frutto (il fungo così come conosciuto), ma in condizione controllate di temperatura, livelli di umidità e altri fattori ambientali, produce delle fibre. Queste vengono trattate e lavorate fino a ottenere un materiale simile alla pelle chiamato Reishi, più resistente della pelle e simile per aspetto e durata. Inoltre il Reishi è biodegradabile data la caratteristica di alcuni funghi di nutrirsi dei propri simili. La coltivazione di micelio ha inoltre importanti vantaggi per l’ambiente in quanto in grado di ridurre in maniera significativa l’anidride carbonica presente nell’aria: alcune piante che vivono in simbiosi con i funghi aiutano infatti a immagazzinare nel terreno fino al 70 per cento di anidride carbonica in più. MycoWorks sta costruendo una terza fabbrica che le consentirà di aumenterà la capacità produttiva di altri 7.432 metri quadrati di pelle all’anno. I prodotti in Reishi non sono ancora in vendita, ma il materiale era stato presentato alla settimana della moda di New York lo scorso febbraio e prossimamente partiranno a breve collaborazioni con marchi di moda.

Anche Bolt Threads (www.boltthreads.com) produce materiali e tessuti eco-sostenibili; fondata nel 2009 in California da un bioingegnere, un biofisico e un biochimico ha messo a punto MicroSilk, una seta prodotta dalla fermentazione di zucchero, lievito e acqua, e Mylo, una pelle fatta con il micelio, che può essere realizzata in pochi giorni. Bolt Threads già oggi commercializza cravatte in seta MicroSilk, berretti in lana e MicroSilk, e ha presentato su Kickstarter una borsa in Mylo, andata esaurita in una settimana. Bolt Threads collabora inoltre con l’azienda di moda Stella McCartney con la quale ha realizzato un completo da tennis in MicroSilk e una borsetta in Mylo, che saranno prossimante in vendita.

Per quanto riguarda invece la situazione italiana, a Montelupo Fiorentino ha sede la Grado Zero Experience (www.gzinnovation.eu) che offre anch’essa pelle realizzata con i funghi. L’azienda toscana è specializzata nella creazione di nuovi materiali tecnologici e opera da oltre 17 anni. Tra i materiali proposti c’è anche MuSkin una “pelle” ricavata dal Phellinus ellipsoideus, una specie di grossi funghi che crescono nelle foreste subtropicali. Il Muskin è già vendita sul sito internet dell’azienda.

Fonte: ilpost.it

 


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