it
Con Tèssere i vecchi tessuti della tradizione acquistano nuova vita

Con Tèssere i vecchi tessuti della tradizione acquistano nuova vita

Baunei, in Sardegna, non sarà più solo conosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia, ma sarà menzionato anche come il luogo dove quattro amiche hanno dato vita al primo progetto per il recupero su vasta scala dei tessuti della tradizione, coinvolgendo l’intera popolazione del paesino immerso nell’Olgiastra.

Le quattro amiche, partite nel 2005 con la cooperativa sociale “Schema libero” per servizi educativi e culturali, hanno poi rivolto i propri sforzi al progetto Tèssere, che già dalla sua presentazione nel 2013, ha visto da subito l’attiva collaborazione dell’intera popolazione del paesino sardo.  Tèssere non è solamente un modo per recuperare vecchi tessuti, ma è soprattutto uno strumento per non perdere per sempre l’antica sapienza della tessitura, tradizioni e identità locali di un territorio. “Una circolarità che non si ferma alle materie, ma che si estende a mestieri che rischiano di scomparire vittime dei diktat della digitalizzazione” – come affermato dalla presidente della Cooperativa Augusta Cabras, che ha continuato ricordando come “nel 2013 abbiamo inaugurato due laboratori e abbiamo dato il via a questa avventura, con sette persone impegnate nel laboratorio tra tessitrici, designer, operaie generiche che selezionano e tagliano i tessuti. Abbiamo iniziato non senza fatica perché  l’artigianato ha necessità di essere posizionato sul mercato e perché le novità non sono certo facili da comprendere”.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie al bando della Fondazione con il Sud che aveva come obiettivo primario proprio quello di sostenere il recupero sociale, l’occupazione femminile molto bassa nell’isola, senza trascurare la sua cultura e l’ambiente in generale. Il progetto presentato non solo riproponeva tutti questi temi, ma ha ottenuto da subito il supporto attivo della comunità che ha donato immediatamente i tessuti che aveva in casa, e che sarebbero finiti in discarica.

I capi una volta arrivati ai laboratori, vengono selezionati e tagliati a strisce, che diventano la trama del telaio e quindi anziché acquistare filati nuovi usiamo questi tessuti che si trasformano in borse, accessori per l’abbigliamento e la casa” continua Augusta Cobras. “Su Facebook è possibile inviare il proprio ordine, scegliendo prodotto e colore. Si tratta di pezzi unici, perché non possiamo fare cento pezzi uguali perché i tessuti cambiano sempre. Certe volte abbiamo richieste per cento pezzi rossi, ma non sempre è possibile, anche acquistando dei pezzi di tessuto … ma comunque non verranno mai dei pezzi uguali. È la particolarità e il limite, forse, dell’artigianato”.

I clienti di Tèssere sono stati inizialmente persone del nord Europa seguite nel tempo dagli italiani, tutti caratterizzati da una spiccata sensibilità ai temi ambientali. Quello che le fondatrici di Tèssere chiedono alle istituzioni locali è un sostegno soprattutto all’occupazione, con borse di lavoro per far sì che parte che costi di vendita del prodotto finito – in media più cari proprio perché pezzi unici, fatti a mano – non ricadano interamente sull’impresa, considerato il grosso valore ambientale e sociale che l’iniziativa ha.

Fonte: economiacircolare.com


Post Your Thoughts