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E’ italiana la soluzione per produrre energia dai fanghi di depurazione

E’ italiana la soluzione per produrre energia dai fanghi di depurazione

La produzione di fanghi da depurazione a livello europeo si attesta su 50 milioni di tonnellate all’anno, con un andamento in costante crescita; a livello mondiale il dato sale a 200 milioni, mentre nel nostro Paese si calcola che la produzione di fanghi da depurazione sia di circa 20 kg a persona. Ad oggi i fanghi di depurazione vengono principalmente smaltiti in discarica o negli inceneritori, ma si registra una forte ricorso anche allo spandimento in agricoltura, con i rischi connessi alla diffusione di sostanze chimiche inquinanti e agenti patogeni. I costi di trattamento e smaltimento dei fanghi in Italia possono raggiungere e superare il valore di 200 euro per tonnellata. Vi sono poi alcune alternative tecnologiche per il trattamento di questi scarti, ancora poco diffuse, e con non poche limitazioni: essiccazione (forti emissioni in atmosfera di vapore e odori; elevato dispendio energetico), piro-gassificazione (necessità di pretrattamenti energivori, produzione di sottoprodotti nocivi quali gas, tar), HTC (necessità di post trattamenti hydrochar, acqua di processo, produzione di gas/odori); trattamenti biologici (lunghi tempi di trattamento, elevate dimensioni impianti, bassa efficienza, odori), spargimento (diffusione agenti chimici, biologici e patogeni, metalli pesanti, carico di azoto).

Una soluzione innovativa e sostenibile è stata messa a punta da una giovane società italiana, la HBI – Human Bio Innovation. Nata come startup a Treviso nell’ottobre del 2016 da Daniele Basso e Renato Pavanetto, in questi anni ha portato avanti le attività di ricerca e sviluppo e di business development a Bolzano, grazie alle partnership con Unibz (Libera Università di Bolzano). HBI, in pochi anni, ha già maturato un know how di competenze riconosciute a livello internazionale, con all’attivo tre brevetti industriali. Ha costruito importanti e durature collaborazioni con il Politecnico di Milano, l’ENEA ed è parte della Piattaforma Nazionale del Fosforo, promossa dal Ministero dell’Ambiente. La soluzione di HBI per i fanghi da depurazione si propone di trasformare i comuni depuratori delle acque in bioraffinerie poligenerative, quindi in grado di produrre materiali ad alto valore aggiunto, rinnovabili e sostenibili, assieme a energia pulita, a partire dai fanghi di depurazione, che sono scarti prodotti dai depuratori stessi.

Si tratta di un sistema integrato modulare brevettato che valorizza i fanghi di depurazione mediante estrazione di acqua pulita, produzione di energia rinnovabile, recupero di “chemicals” contenuti (materiali ad alto valore aggiunto quali ammoniaca, fosforo ed altri macro e micro nutrienti che, una volta raffinati, possono essere utilizzati in agricoltura), riduzione degli scarti finali del 90% con un risparmio economico rilevante, sterilizzazione dei materiali residui, con completa eliminazione della carica batterica, virale e dei residui di farmaci e ormoni.

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Un’altra caratteristica distintiva della tecnologia HBI è che il sistema poli-generativo ha dimensioni compatte e quindi può essere aggiunto con estrema facilità in modalità plug-and-play a impianti già esistenti sui territori (quale ad esempio la rete dei depuratori comunali), permettendo loro di diventare a tutti gli effetti impianti zero-waste. HBI sta lavorando per applicare il suo sistema integrato anche ai fanghi industriali (da cui recuperare i metalli) e ai fanghi di conceria (da cui recuperare il cromo), oltre che ai rifiuti biodegradabili (residui di trattamento della frazione organica dei rifiuti e percolati).

I vantaggi di questa nuova tecnologia possono essere così sintetizzati: riduzione del 90% dei fanghi, recupero dell’85% dell’acqua contenuta nei fanghi, processo in continuo, zero emissioni, zero odori, energeticamente autosufficiente, estremamente compatto (0.005 m2/ton/y).

La Tecnologia HBI è frutto di più di 5 anni di ricerca e sviluppo, con oltre200 test e 3 brevetti. Il primo impianto dimostrativo HBI è stato inaugurato ad aprile 2021 presso il depuratore di Bolzano. Come riportato da uno dei suoi creatori – Daniele Basso  – “La tecnologia sviluppata e brevettata da HBI è all’avanguardia in quanto esempio concreto di sistema circolare e sostenibile, che trasforma un rifiuto come i fanghi di depurazione in materiali rinnovabili, nella completa assenza delle emissioni e degli impatti ambientali che tutt’ora caratterizzano la maggior parte delle soluzioni tecnologiche disponibili. La nostra tecnologia, infatti, integra due processi innovativi per il trattamento di residui biodegradabili consentendo di trasformare un comune depuratore delle acque in una bioraffineria poligenerativa con una riduzione fino al 90% del materiale da avviare a smaltimento finale. Di conseguenza, genera un triplice, enorme, beneficio ai depuratori. In primo luogo, si possono ridurre in modo drastico i costi sinora sempre crescenti di smaltimento del fango, con vantaggi, quindi, anche per le bollette dei cittadini. Inoltre, dai fanghi si possono recuperare materiali ad alto valore aggiunto in modo totalmente sostenibile e rinnovabile. Tutto questo, ed è il terzo beneficio, producendo energia pulita. La nostra tecnologia consente, infatti, di separare, e quindi recuperare, materiali ad alto valore aggiunto dai fanghi di depurazione e la natura autotermica dei processi, combinata con la possibilità di produrre energia rinnovabile dai fanghi stessi, consente al sistema di essere totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Infatti, il contenuto energetico potenziale del fango, inutilizzabile a causa dell’elevato contenuto d’acqua nei fanghi stessi (superiore al 70%), viene reso chimicamente utilizzabile dal sistema e quindi impiegato, sotto forma di energia elettrica e termica, per sostenere l’impianto. HBI ha, inoltre, sviluppato e brevettato un dispositivo mediante il quale il sistema integrato risulta essere completamente privo di emissioni gassose ed odorigene. I materiali estraibili su cui oggi HBI si sta concentrando sono l’ammoniaca e dei macronutrienti, quali il fosforo. In prospettiva, si potranno separare ed estrarre anche altri materiali, a tutti gli effetti rinnovabili totalmente sostenibili e a zero emissioni.  Quindi, se oggi HBI è riuscita ad ottenere una riduzione di quasi il 90% del materiale che oggi è avviato a smaltimento finale (tipicamente discarica ed incenerimento), nel medio periodo questa percentuale sarà destinata ad aumentare, tendendo allo sfidante obiettivo del ‘rifiuto zero'”.

Fonte: lastampa.it


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