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E’ italiana la tecnologia per riciclare le batterie elettriche delle auto

E’ italiana la tecnologia per riciclare le batterie elettriche delle auto

Nel corso di e_mob 2019 è stata presentata un’innovativa tecnologia messa a punto in Italia che vanta la collaborazione del Cobat, il Cnr-Iccom di Firenze e il Cnr-Itia di Milano, sotto il coordinamento del Politecnico di Milano, che consente il trattamento e il riciclo a costi sostenibili delle materie prime contenuti nelle batterie che forniscono energia ai veicoli elettrici, in particolare di quei metalli e minerali rari come il cobalto, il nickel, il manganese e il litio.

La tecnologia, in fase di brevetto a livello europeo, è stata sviluppata con l’obiettivo di trovare valide soluzioni al riciclo delle batterie al litio delle auto elettriche, portando di fatto l’Italia a competere direttamente con Germania e Cina, con lo scopo di creare un’intera filiera per il recupero e il riciclo di queste batterie al litio.

Si stima che nel 2020 in Italia verranno immatricolate 11 mila auto tra elettriche, ibride e plug-in; questo comporta che in questo breve lasso di tempo sarà necessario mettere in piedi una filiera capace di assorbire, gestire e raccogliere in sicurezza gli accumulatori.

A differenza delle batterie tradizionali, oggi riciclate quasi interamente, “le batterie al litio presentano notevoli problematiche di trattamento dato l’alto grado di infiammabilità del litio e dall’impossibilità di estrarre il litio e gli altri minerali come cobalto, nickel, manganese in maniera efficiente”, come spiega Luigi De Rocchi, responsabile studi e ricerche del Cobat.

Oggi infatti la quasi totalità delle batterie al litio viene gestita in impianti appositi in Germania, dove vengono trattate tramite un processo definito “pirometallurgico”, dove si impiegano alte temperature per bruciare letteralmente gli accumulatori. Ciò che ne rimane è la cosiddetta black mass, la componente attiva, che contiene ancora minerali rari e che viene in genere gestita in Cina o nel Sud est asiatico.

L’originalità del brevetto italiano si basa su un processo idrometallurgico che prevede la messa in sicurezza degli accumulatori e l’impiego di soluzioni acide per poter arrivare al recupero dei minerali.

Secondo il responsabile del Cobat, prima di togliere dal mercato le batterie esauste utilizzate nei mezzi elettrici, e di mandarle al recupero, è possibile prevedere altri impieghi, quali l’utilizzo come storage; se la vita utile media delle batterie al litio per le auto elettriche è di circa otto anni, periodo oltre il quale le batterie perdono la forza trainante, le batterie conservano comunque una capacità di carica pari anche all’80 per cento di quella originaria.

Fonte: La Stampa

 

 


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