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Le proprietà polivalenti dei funghi trovano impiego anche nell’edilizia

Le proprietà polivalenti dei funghi trovano impiego anche nell’edilizia

Eventi e ricerche

Un tempo la comparsa di funghi all’interno delle case avrebbe fatto pensare ad ambienti poco sani; oppure avrebbe fatto sorridere portando subito a immaginare costruzioni simili alle case dei personaggi delle favole.

Non è sicuramente quanto hanno pensato alcuni ricercatori della Columbia Graduate School of Architecture, Planning and Preservation, che hanno sviluppato un modo rivoluzionario per utilizzare i funghi come materiale da costruzione ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente. I funghi sono ignifughi, resistenti, capaci di autoriparazioni e durevoli, e adesso possono anche sostituire il cemento nella produzione di mattoni, vista la capacità di autoripararsi e le ridotte emissioni di carbonio e sostanze inquinanti. “Questa soluzione potrebbe ridurre significativamente le emissioni di carbonio (CO2) nel settore delle costruzioni – afferma David Benjamin della Columbia Graduate School of Architecture, Planning and Preservation – e inoltre potrebbero biodegradarsi molto più facilmente a seguito della demolizione di un edificio”.

Il team ha realizzato un mattone combinando il micelio con rifiuti agricoli come paglia o scarti dal mais, coltivando il risultato per circa due settimane, abbastanza a lungo da colonizzare la paglia. Il composto viene quindi riscaldato o trattato chimicamente per uccidere il fungo. “Il risultato è molto simile a un mattone tradizionale – aggiunge lo scienziato – ma è costituito da solo materiale organico, il che significa che lo smaltimento sarebbe completamente sicuro per l’ambiente”.

Secondo un altro scienziato, Phil Ayres, ricercatore di architettura presso il Center for Information Technology and Architecture di Copenhagen e membro fondatore di FUNGAR (Fungal Architectures), ogni anno i materiali da costruzione e l’edilizia sono responsabili di quasi il 40% delle emissioni di CO2 a livello globale. Per contro il micelio costituito dalle radici fibrose dei funghi, sarebbe completamente sostenibile, a emissioni zero, leggero, durevole, modellabile e ignifugo.

Per far comprendere che non i tratta semplicemente di teoria, all’interno del progetto open source “The Living”  (http://www.thelivingnewyork.com/) è stato creato un padiglione alto 12,2 metri realizzato con i mattoni a fungo, posizionato all’ingresso del museo d’arte di New York City; analogamente è stato fatto a Parigi, dando vita a una struttura in cui il micelio vivente cresce in sinergia con la stessa struttura.

Ma la ricerca deI team di studiosi non si ferma qui; la vera sfida è quella di realizzare mattoni da costruzione dove il micelio viene tenuto in vita. In questo modo “il fungo potrebbe assumere la forma dell’edificio desiderato e potrebbe autoripararsi in caso di danneggiamento. Il micelio risponde anche agli impulsi elettrici, il che potrebbe consentire lo sviluppo di un muro smart in grado di interagire con l’ambiente”. La difficoltà principale legata al micelio vivente, spiega ancora Phil Ayres, sarebbe che richiederebbe nutrimento, intaccando la struttura portante e indebolendo l’integrità dell’edificio. “Si potrebbe risolvere teorizzando dei muri con due strati di micelio inattivo all’esterno e uno vivo all’interno privo di acqua, lo strato interno rimarrebbe dormiente fino a quando non sarebbe necessario. È presto per pensare agli edifici realizzati interamente con questa tecnologia, ma il nostro ambiente ha bisogno di questo tipo di materiali”.

Si pensa già a impeghi futuri di questa tecnologia per le future missioni spaziali di colonizzazione dove gli habitat lunari o marziani potrebbero essere realizzati grazie al micelio, con un notevolmente abbattimento dei costi di spedizione materiali”.

Fonte: lastampa.it/green-and-blue


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