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L’industria del riciclo chiede semplificazioni e incentivi

L’industria del riciclo chiede semplificazioni e incentivi

Eventi e ricerche

È quanto emerge dall’ultimo rapporto “L’Italia del Riciclo”, presentato a inizio dicembre da Fise Unicircular e Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Il 2019 è stato un anno di crescita e consolidamento, mentre il 2020 sarà ricordato come l’anno della crisi, ma al tempo stesso della resilienza.

Dal rapporto emergono risultati di tutto rispetto nel 2019 per la filiera degli imballaggi con 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (il 3% in più rispetto al 2018), e un complessivo tasso di riciclo che ha raggiunto il 70% sull’immesso al consumo, con livelli di avanguardia in Europa per i vari materiali. Bene anche rifiuti tessili e rifiuti da costruzione e demolizione (con un recupero complessivo del 77%). In crescita del 7,5% anche il recupero della frazione organica, la quota più consistente dei rifiuti urbani.

Sul fronte opposto i risultati dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), con il riciclo in Italia al 38% (in crescita del 10%), ma distante dall’obiettivo del 65% fissato per il 2019. Ritardi anche sui target complessivi di recupero dei veicoli fuori uso, di oltre 10 punti al di sotto dell’obiettivo del 95% previsto per il 2015.

Nel 2020, l’anno che sarà ricordato per la pandemia da coronavirus, si è assistito a un’alternanza tra resilienza e criticità delle filiere del riciclo. Nei primi 4 mesi dell’anno si è avuto un incremento di oltre il 7% della raccolta differenziata dei rifiuti d’imballaggio domestici, accompagnate da riduzioni oltre al 10% per tutte le filiere collegate ai conferimenti presso le isole ecologiche (Raee e imballaggi in legno) e quelle legate alle attività industriali e commerciali che hanno dovuto interrompere la loro attività. Il sistema della raccolta ha tenuto banco evitando che l’emergenza covid si trasformasse in un’emergenza rifiuti, mentre ripercussioni pesanti si sono registrate sul fronte della richiesta di materie prime riciclate, con un significativo crollo legato alla riduzione degli sbocchi esteri e nazionali, e sul fronte degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti che hanno subito drastici tagli. Proprio su questi temi Unicircular e Fondazione per lo sviluppo sostenibile chiedono al governo interventi rapidi, anche attingendo alle risorse del Recovery Fund.

Secondo Paolo Barberi, Presidente di FISE UNICIRCULAR, “è necessaria in particolare la rapida definizione dei decreti nazionali per le diverse filiere End of Waste e la semplificazione delle procedure di controllo sulle autorizzazioni End of Waste, caso per caso. L’emergenza ha evidenziato inoltre alcune carenze di dotazione impiantistica (soprattutto per la frazione organica e la frazione residuale non riciclabile) e la necessità di nuove tecnologie di riciclo per alcune tipologie di rifiuti (plastiche miste e alcuni Raee). Il sistema italiano del riciclo è in grado di affrontare i nuovi e più ambiziosi target europei per l’economia circolare purché si facciano ulteriori sforzi per migliorare la qualità delle raccolte e di conseguenza dei materiali da riciclo, venga promosso l’uso dei prodotti “circolari” e siano recuperati i ritardi e le carenze impiantistiche ancora presenti in alcune zone del Paese».

Analoghe considerazioni emergono anche dall’intervento di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che ha aggiunto che “per sviluppare l’economia circolare, favorire innovazione e nuovi investimenti sarebbe molto utile ridurre i tempi troppo lunghi, a volte di anni, per le autorizzazioni di attività di riciclo di rifiuti che generano prodotti (End of waste) affidate, caso per caso, alle Regioni e oggi sottoposte ad un doppio regime di controllo a campione, non previsto dalle Direttive europee e non richiesto in nessun altro Paese europeo. Nell’uso delle risorse europee del Recovery fund è inoltre necessario finanziare la ricerca e l’innovazione delle tecniche di riciclo in settori critici che hanno importanti potenzialità ambientali e di sviluppo (per esempio il riciclo delle plastiche miste e di alcuni RAEE), nonché finanziare l’innovazione per migliorare la riciclabilità di alcuni prodotti e per aumentare l’impiego di materiale riciclato in sostituzione di materie prime vergini”.

Fonte: riciclanews.it

 


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