La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo 3 settembre 2020, n. 116 sancisce una tappa importante nel percorso di transizione verso l’economia circolare; il decreto recepisce un pacchetto di misure approvato dall’Ue nel giugno 2018 su rifiuti e imballaggi, e si fonda su quattro pilastri: pile e accumulatori, Raee, veicoli a fine vita, discariche.
Il decreto pubblicato va a modificare in maniera sostanziale la parte IV del decreto legislativo 152 del 2006 (c.d. Testo unico ambientale), e vengono introdotte importanti traguardi in materia ambientale:
Cambiano molte delle definizioni, a partire da quella di rifiuto urbano, di deposito temporaneo, la classificazione, i criteri di ammissibilità in discarica dei rifiuti. Cambia anche il ruolo dei produttori di beni di consumo, con un rafforzamento dell’istituto della responsabilità estesa.
Sostanziosa revisione alla disciplina sulla tracciabilità dei rifiuti con l’introduzione del nuovo sistema RenTri, che verrà poi integrato dal Registro Elettronico Nazionale istituito a seguito dell’abolizione del Sistri, e che sarà gestito dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
Novità anche sul fronte dei rifiuti urbani. Cambiano le logiche di finanziamento delle raccolte differenziate che nel caso degli imballaggi impone ai consorzi afferenti al Conai di coprire il 100% dei costi efficienti di gestione entro il 2024.
In materia di impianti il nuovo decreto demanda al Ministero dell’Ambiente, con il supporto tecnico di Ispra, la definizione di un Programma nazionale di gestione dei rifiuti che fissa i macro obiettivi, fissa i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e Province autonome si dovranno attenere nell’elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti. Il programma dovrà contenere anche la ricognizione impiantistica nazionale, indicando il fabbisogno di recupero e smaltimento da soddisfare, comportando di fatto un ridimensionamento della potestà degli enti locali.
Fonte: riciclanews.it