Lo scorso mese di luglio un nutrito gruppo di associazioni di categoria*, rappresentative di una fetta consistente del mondo imprenditoriale italiano, ha inviato al Governo e al Parlamento un accorato appello per trovare una soluzione al blocco delle operazioni di riciclo dei rifiuti nel nostro Paese.
E’ stato lanciato un grido d’allarme per denunciare le pesanti ricadute sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sui costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese, in seguito alla battuta d’arresto del settore dell’economia circolare, dovuta in particolare a una sentenza del Consiglio di Stato che ha di fatto paralizzato le operazioni di riciclo dei rifiuti.
Stante il Decreto “Sblocca Cantieri” abbia introdotto importanti novità in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), questa manovra non è risultata però sufficiente, in quanto applicabili a limitate categorie di rifiuti e di attività di recupero rifiuti (quelle del DM 5 febbraio 1998 e smi), escludendo tutte quelle che si sono sviluppate nel frattempo.
La raccolta differenziata è una precondizione per gestire in modo virtuoso i rifiuti attraverso il loro corretto conferimento verso impianti preposti al riciclo. Per il completamento del ciclo è però necessario che gli impianti siano autorizzati per far cessare la qualifica di rifiuto (End of waste), in modo che dopo il trattamento restituiscano prodotti, materiali e oggetti destinati al mercato. In mancanza di ciò, la principale via oggi percorsa è quello dell’invio dei rifiuti italiani all’estero, con conseguente innalzamento dei costi per i cittadini e per le imprese; è stato calcolato che il blocco delle autorizzazioni costa all’Italia 2 miliardi di euro in più all’anno. In un Paese povero di materie prime come l’Italia poter valorizzare i materiali di scarto rappresenta un’opportunità per essere competitivi sul mercato internazionale e per rafforzare la propria base imprenditoriale.
Lo sviluppo di processi e prodotti legati all’economia circolare rappresenta una sfida strategica per garantire un uso razionale delle risorse naturali. Se le operazioni di riciclo non vengono rapidamente sbloccate, la crisi in atto che già colpisce la gestione dei rifiuti, urbani e speciali, si aggraverà e porterà a situazioni critiche in molte città su tutto il territorio nazionale, con il rischio di sovraccaricare le discariche e gli inceneritori. Le attività più colpite sono proprio quelle che impiegano modalità e tecnologie più innovative per il riciclo e recupero dei rifiuti.
Per far fronte a questa emergenza l’Europa nel giugno 2018 ha approvato un Pacchetto di Direttive in materia di economia circolare; manca però il loro recepimento da parte dello Stato Italiano.
Come chiaramente affermato da Andrea Fluttero – Presidente di FISE Unicircular (Unione Imprese dell’Economia Circolare) – la mancata soluzione da parte di Parlamento e Governo del “problema End of Waste” comporterà non solo perdita di una leadership che le imprese italiane del riciclo hanno saputo conquistare negli anni, ma peggio ancora potrebbe portare alla chiusura di molte di queste imprese con evidenti danni economici, occupazionali, ma anche ambientali, visto che la chiusura di impianti di riciclo porta a un maggior conferimento dei rifiuti in discariche e inceneritori
*Confindustria, Circular Economy Network, Cna, Fiseunicircular, Fise Assoambiente, Confederazione Italiana Agricoltori, Confartigianato Imprese, Confcooperative, Legacoop Produzione e Servizi, Cisambiente, Federchimica, Federacciai, Federazione Gomma Plastica, Assomineraria, Conai, Conou, Ecopneus, Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, Green Economy Network di Assolombarda, Utilitalia, Casartigiani, Confapi, Assovetro, Confagricoltura, Consorzio Italiano Compostatori, Ecotyre, Cobat, Consorzio Ricrea, Anco, Aira, Greentire, Assobioplastiche, Ascomac Cogena, Ecodom, Amis, Comieco, Assocarta, Federazione Carta e Grafica, Centro di Coordinamento Raee, Siteb, Assorem, Firi, Federbeton, Aitec, Conoe, Corepla, Federesco, Angam, Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, Ucina – Confindustria Nautica, Assofond, Consorzio Carpi, Assofermet, Agci-Servizi
Fonte: FISE UNICIRCULAR, l’Associazione delle Imprese dell’Economia Circolare