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Per l’economia circolare servono nuovi impianti di riciclo rifiuti

Per l’economia circolare servono nuovi impianti di riciclo rifiuti

Eventi e ricerche

È la conclusione a cui è giunto il gruppo di lavoro che nella seconda settimana di giugno ha dato vita a Pisa alle Giornate di ricerca, promosse da Corepla – Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli Imballaggi in plastica –  e dalla Scuola Superiore Sant’Anna.

Nonostante il fiorire di iniziative “plastic free”, nell’ultimo anno i consumi di imballaggi in plastica  è aumentato (2.292.000 tonnellate) rispetto all’anno precedente; dai dati di Corepla emerge come solo il 44,5% di questi rifiuti è stato avviato a effettivo riciclo, mentre il restante 55,5% è andato a smaltimento, fra incenerimento e discarica.

Secondo Marco Frey – direttore del master sull’economia circolare della Scuola Sant’Anna – per favorire l’effettiva circolarità dei prodotti occorre “trasformare il ciclo di vita dei prodotti/servizi in tutte le loro fasi, a partire dal design per chiudere con il riciclo, mettendo in campo tutta la creatività di cui noi italiani siamo capaci”.

Analoghe considerazioni sono state fatte da Alessandro Bratti, direttore generale dell’Ispra, secondo il quale “il riciclo non può essere considerato un argomento astratto, ma un processo industriale che ha necessità di input di qualità per alimentare i propri impianti sul territorio senza i quali, è bene sottolinearlo, l’economia circolare rimane una chimera. Il problema degli impianti va affrontato. Si può discutere sulla tipologia, ma vanno realizzati, riequilibrando una situazione nazionale che vede un’impiantistica variegata al Nord/Centronord e deficitaria al Sud”.

Anche per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, la via per favorire l’effettivo recupero dei rifiuti è chiara: “bisogna passare dalla predica alla pratica. Vale per tutti, dalla politica a chi sul territorio combatte perché non vuole discariche, ma blocca anche la possibilità di realizzare impianti di riciclo. Serve una normativa che semplifichi al massimo il riciclo, occorre l’approvazione rapida di tutti i decreti ministeriali che permettono la qualifica dei rifiuti quando possono essere adatti per il riciclo. Serve poi riempire il Paese d’impianti di riciclo, nella logica “zero rifiuti, impianti mille”.

All’evento non sono poi mancati esempi concreti di economia circolare.

Loredana Giannini del gruppo Idrotherm 2000 ha presentato ad esempio un innovativo progetto realizzato in collaborazione con il gruppo Hera: una tubazione in plastica riciclata per la protezione dei cavi elettrici ad alta tensione e scarico di acque reflue. L’utilizzo di plastica riciclata potrebbe garantire un risparmio di CO2 di circa 126,6 ton stimato per la sola rete elettrica, stando al conteggio dei metri di nuove tubazioni che vengono mediamente posati da Hera nell’arco di un anno.

Altro esempio è quello di Revet, come ha illustrato il suo direttore generale Alessandro Canovai che ha parlato di nuovo granulo realizzato valorizzando la componente poliolefinica del plasmix, derivato dagli imballaggi in plastica raccolti in Toscana e utilizzato recentemente anche per la stampa 3D.

Fonte: Esper

 


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