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I pescatori italiani raccolgono i rifiuti abbandonati in mare

I pescatori italiani raccolgono i rifiuti abbandonati in mare

Eventi e ricerche

Ogni giorno nelle reti dei pescatori italiani finisce una grande quantità di rifiuti. Mancano però norme chiare sullo smaltimento di questi rifiuti, ma soprattutto nei porti non esistono le strutture dove conferirli. A causa di ciò gran parte di questa spazzatura pescata in genere viene ributtata in mare.

Da quest anno è partita la sperimentazione del progetto europeo “Clean Sea Life” per la raccolta dei rifiuti in mare da parte dei pescatori e il loro smaltimento nei porti. Il progetto – che vede a capofila il Parco Nazionale dell’Asinara (Sassari) – ha coinvolto 4 Regioni italiane affacciate su Tirreno e Adriatico: Sardegna, Emilia Romagna, Marche e Puglia.

La fase sperimentale iniziata quest’anno si ripeterà nell’estate nel 2019 e 2020.

Già dal suo avvio, in una sola notte 34 pescherecci tra Porto Torres (Sassari), Rimini, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e Manfredonia (Foggia) hanno raccolto una tonnellata e mezza di spazzatura accumulata sui fondali, che è poi stata smaltita a terra.

Nelle reti a strascico è rimasta impigliata attrezzatura da pesca perduta o abbandonata, copertoni, bottiglie, sacchetti, teli e stoviglie di plastica, tubi, boe, secchi di vernice e una quantità notevole di reste, le retine di allevamento delle cozze che con 424 kg rappresentano circa un terzo del peso totale raccolto.

Fonte: ANSA


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