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Il porto più grande d’Europa diventa Green

Il porto più grande d’Europa diventa Green

Rotterdam non è più solo il maggiore porto d’Europa, ma ambisce a diventare la capitale dell’economia circolare; da Rotterdam parte infatti il progetto Recycled Park con la finalità di catturare i rifiuti di plastica trasportati dai fiumi Reno e Mosa, per impedire che si disperdano nel Mare del Nord alimentando l’inquinamento degli oceani, per dare invece una nuova vita a questi materiali.

L’iniziativa promossa da Recycled Island Foundation – in collaborazione con Comune di Rotterdam, Autorità portuale e facoltà di Scienze Applicate della locale Università – ha richiesto due anni di preparazione e ha coinvolto centinaia di volontari per ripulire le rive di fiumi e canali dalla plastica, grazie a piattaforme galleggianti installate sul fiume Mosa – a monte e in città – per filtrare l’acqua bloccando bottiglie, sacchetti, polistirolo prima che i rifiuti finiscano in mare.

In un anno e mezzo sono stati raccolti 9 tonnellate di rifiuti plastici, grazie ai quali si sono potuti realizzare importanti progetti.

Un primo progetto ha portato alla realizzazione di isole esagonali costituite da pannelli in plastica riciclata di 2 metri di lato, disposte a nido d’ape, successivamente collocate attorno al Floating Pavillon, che ospita eventi nell’area portuale. Si tratta di circa una dozzina di isolotti – che diventeranno 1500 nel progetto definitivo, così da realizzare un vero e proprio parco galleggiante. Al momento la maggior parte di questi isolotti vengono utilizzati quali enormi vasi dove vengono interrate piante e fiori capaci di attrarre insetti; un’altra parte degli esagoni è adibito a spazio ricreativo con panche. Il fondo degli esagoni è formato da pannelli ruvidi nei quali i pesci trovano anfratti per depositare le uova e si possono sviluppare colonie di alghe e microrganismi, implementando di fatto la biodiversità del fiume.

Altro progetto è quello del Recycled Park che prevede la realizzazione di stalle galleggianti, orti sui tetti dei palazzi e la riconversione in parco della ferrovia dismessa che attraversava la città in superficie. L’iniziativa nasce nell’Het Schieblook, un palazzo per uffici di 6 piani degli anni Cinquanta. Il progetto ha impedito la demolizione dell’edificio trasformandolo in un centro per le piccole imprese locali (oggi sono 80), tra cui l’orto sul tetto con annesso ristorante bio.

Il primo piano dell’edificio è stato collegato all’ex stazione ferroviaria di Hofplein grazie a un ponte in legno, creando una via alternativa e una scorciatoia per i pedoni tra la nuova Station Centraal e un quartiere popolare rimasto isolato dal nuovo assetto urbanistico. La vecchia stazione di Hofplein e il viadotto di 1,9 km su cui correvano i binari è stato trasformato (work in progress) nel Lutchpark, con orti e aiuole gestite dai cittadini grazie anche a un sistema di raccolta dell’acqua piovana in grandi serbatoi per l’uso pubblico.

V infine ricordato l’iniziativa che ha come obiettivo la creazione di stalle galleggianti collegate da passerelle alle rive dei fiumi. Si tratta di chiatte tecnologiche di 3 piani che ospitano 40 mucche ciascuna, che si stima produrranno circa 800 litri di latte al giorno. Un livello sarà la stalla coi bovini. Un altro ospiterà mangimi (scarti agricoli riciclati), macchinari per produrre latte, burro e formaggi e una showroom divulgativa. E un terzo, collegato alla terra e aperto al pubblico, uno spaccio di prodotti caseari. Ogni chiatta-stalla costa 2,6 milioni di euro: è finanziata da allevatori privati. La prima entrerà in funzione a dicembre 2018.

Fonte La Stampa


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